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Aumento pedaggi dal 1° gennaio 2017

È scattato il 1° gennaio 2017 l’adeguamento annuale delle tariffe autostradali delle 26 società concessionarie, deliberato dal Ministero delle Infrastrutture in base alle formule previste dalle convenzioni e dopo l’istruttoria avviata come ogni anno dopo le proposte presentate dalle società nel mese di ottobre.

L’aumento medio è dello 0,77%, e il Mit fa notare che «tale valore rimane contenuto in rapporto agli investimenti attuati». Dopo il congelamento dei due anni precedenti, però, nessun recupero è stato ancora riconosciuto, e gli aumenti 2017 «deriva esclusivamente dalla quantificazione dei parametri maturati nel corso del 2016».

Da due anni a questa parte, infatti, prima il Ministro Lupi e poi il suo successore Delrio, hanno congelato gli incrementi delle tariffe autostradali. Lupi, il 1° gennaio 2015, imponendo a tutti un tetto del +1,5%, con l’impegno poi a riconoscere l’eventuale maggiore percentuale dovuto dopo l’approvazione degli aggiornamenti quinquennali dei piani finanziari. Delrio, il 1° gennaio 2016, ha riconosciuto aumenti solo alle tre società Autostrade per l’Italia (+1,09%), Satap A4 (+6,5%) e Strada dei Parchi(+3,45%), che avevano già avuto dal Mit il rinnovo quinquennale del Pef. Per le altre zero, in attesa del rinnovo.

Gli adeguamenti riconosciuti dal 1° gennaio 2017:
Asti-Cuneo S.p.A. 0,00%;
ATIVA S.p.A. 0,88%;
Autostrade per l’Italia S.p.A. 0,64%;
Autostrada del Brennero S.p.A. 0,00%;
Autovie Venete S.p.A. 0,86%;
Brescia-Padova S.p.A. 1,62%;
Consorzio Autostrade Siciliane 0,00%;
CAV S.p.A. 0,45%;
Centro Padane S.p.A. 0,00%;
Autocamionale della Cisa S.p.A. 0,24%;
Autostrada dei Fiori S.p.A. 0,00%;
Milano Serravalle Milano Tangenziali S.p.A. 1,50%;
Tangenziale di Napoli S.p.A. 1,76%;
RAV S.p.A. 0,90%;
SALT S.p.A. 0,00%;
SAT S.p.A. 0,90%;
Autostrade Meridionali (SAM) S.p.A. 0,00%;
SATAP S.p.A. Tronco A4 4,60%;
SATAP S.p.A Tronco A21. 0,85%;
SAV S.p.A. 0,00%;
SITAF S.p.A. 0,00%;
Torino – Savona S.p.A. 2,46%;
Strada dei Parchi S.p.A. 1,62%;
Bre.be.mi. 7,88%;
TEEM 1,90%;
Pedemontana Lombarda 0,90%.

L’incremento medio sull’intera rete autostradale (calcolato sulla base dei veicoli-km che si prevede saranno percorsi nell’anno 2017) risulta pari allo 0,77%. «Tale valore – sostiene il comunicato del Ministero – rimane contenuto in rapporto agli investimenti attuati».

In particolare sono interessate dall’aggiornamento 23 Concessionarie autostradali oltre alle tre (T.E.E.M, Pedemontana Lombarda e Bre.Be.Mi.) il cui concedente è la Concessioni Autostrade Lombarde (CAL) S.p.A..
Tra le variazioni connesse alla spesa per gli investimenti la percentuale maggiore è riferibile alla società concessionaria SATAP S.p.A. – Tronco A4 in relazione ai lavori della terza corsia nella tratta Torino Milano.
Nel ricordare come negli anni precedenti gli adeguamenti tariffari siano stati sospesi o parzialmente riconosciuti, l’adeguamento dell’anno 2017 deriva esclusivamente dalla quantificazione dei parametri maturati nel corso del 2016, e non include recuperi degli anni precedenti In questo senso si è operato comunque un effetto di calmieramento, rispetto alle richieste delle Concessionarie.
Infatti per le Società nei cui confronti è in corso l’aggiornamento del Piano Economico Finanziario allegato alla convenzione di concessione (Autovie Venete S.p.A., Brescia-Padova S.p.A. S.p.A, CAV S.p.A., Autocamionale della Cisa S.p.A., Autostrada dei Fiori S.p.A., Milano Serravalle Milano Tangenziali S.p.A., Tangenziale di Napoli S.p.A., SALT S.p.A., SAV S.p.A., SITAF S.p.A., Torino – Savona S.p.A. ) è stato previsto il recupero degli eventuali incrementi tariffari non riconosciuti negli anni precedenti all’efficacia dell’aggiornamento stesso.
L’eventuale adeguamento verrà spalmato sugli aggiornamenti successivi al fine di contenere gli effetti per l’utenza.
Infine, il Ministro delle infrastrutture ha richiesto l’estensione per ulteriori 12 mesi dell’agevolazione tariffaria, in misura progressiva, agli utenti pendolari che utilizzano l’autostrada giornalmente.

L’aggiornamento annuale delle tariffe – ricorda il Mit – deriva dall’applicazione di quanto contrattualmente previsto dalle Convenzioni Uniche stipulate dal 2007 in attuazione della legge di riforma del settore n. 296/2006 unitamente alle Delibere Cipe del 2007 e del 2013 che hanno stabilito le formule tariffarie e criteri di calcolo.
La successione delle norme e degli Atti convenzionali ha dato luogo a sei differenti regimi tariffari oltre specifiche fattispecie che tengono conto, pur con diverse modalità, dei parametri legati all’inflazione (programmata o reale), alla qualità, al recupero della produttività nonché agli investimenti in beni devolvibili effettuati.
In particolare per quanto attiene la spesa per investimenti, sono stati considerati gli importi sostenuti dalle società nel periodo compreso tra il 1° ottobre 2015 ed il 30 settembre 2016, pari a 764,183 milioni di euro di cui, 399,051 milioni di euro sono stati riconosciuti ai fini della remunerazione.
La differenza tra gli importi, deriva dalle richiamate pattuizioni convenzionali, alcune delle quali prevedono che una quota dei costi sostenuti per investimenti non generi aumenti.
Sulla base del quadro regolamentare vigente, ed a seguito delle verifiche istruttorie poste in essere, sono stati firmati, quindi, i Decreti Interministeriali di concerto tra il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti e il Ministro dell’Economia e delle Finanze.