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Appalti pubblici, BIM: il Ministero delle Infrastrutture avvia la consultazione online

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato la consultazione online sulla proposta di decreto che disciplina l’obbligo di utilizzare il Building Information Modeling (BIM) nella progettazione delle opere pubbliche.

Si tratta di un modello che consente di ottimizzare, tramite la sua integrazione con metodi e strumenti elettronici specifici, la progettazione, la realizzazione e la gestione di costruzioni nei settori dell’edilizia e delle infrastrutture. Attraverso il BIM tutti i dati rilevanti di una costruzione, presenti in ogni fase del processo, devono risultare disponibili in formati digitali aperti e non proprietari.

“Il Nuovo Codice degli Appalti – spiega il Ministero – ha introdotto, come previsto da direttiva europea, l’obbligatorietà di metodi e strumenti elettronici specifici, quali quelli di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture, nella progettazione”.

L’obiettivo è quello di razionalizzare le attività di progettazione e delle verifiche connesse, andando a migliorare e snellire processi che fino ad oggi hanno influito su tempi e modi di partecipazione agli appalti. La modellazione elettronica rappresenta un vero e proprio cambio di paradigma nel comparto Costruzioni: consentirà di razionalizzare la spesa per gli investimenti, internazionalizzare professionisti ed imprese e contribuirà a rendere efficiente e trasparente il settore.

Prima della stesura del decreto attuativo nella sua versione definitiva, il MIT per allargare il ventaglio dei soggetti coinvolti nel processo partecipativo, ha avviato la consultazione online (disponibile fino al 3 luglio 2017 alla pagina http://commenta.formez.it/ch/CodiceAppalti) con l’obiettivo di raccogliere tutti i contributi di chi quotidianamente è coinvolto nell’utilizzo dei metodi e degli strumenti elettronici specifici di modellazione per l’edilizia e le infrastrutture.

Per l’Oice, l’Associazione delle società di ingegneria e architettura aderente a Confindustria, lo sblocco della proposta di decreto rappresenta un risultato positivo: “Si riapre l’iter – spiega in una nota – per l’implementazione della digitalizzazione del settore delle costruzioni in Italia, dopo una pausa di diversi mesi”.

Per l’Associazione è importante che “si arrivi presto e bene alla messa a punto di regole cui fare riferimento per la formazione degli addetti, per l’accertamento di esperienze e di competenze, per la creazione di attitudini verso modalità più strutturate di collaborazione, anche alla luce dell’analisi condotta sulle 37 gare di appalto pubblico di lavori e servizi con richiesta di progettazione in BIM emesse nell’ultimo anno e mezzo”. Da uno studio Oice emerge, infatti, che nell’ambito delle procedure di affidamento di appalti (di lavori e servizi) nel 57% dei casi il BIM assume rilievo nella fase della valutazione delle offerte o delle proposte tecniche, mentre per la restante percentuale (43%) dei casi il BIM viene richiesto o come requisito di ammissione, o come una semplice specifica, non oggetto di valutazione, per la produzione del progetto.