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Strade con asfalto riciclato, regole caso per caso

In Italia oltre 342 km/corsia di strade hanno asfalto modificato con polverino di gomma derivante dalla frantumazione dei pneumatici fuori uso (Pfu). Norme tecniche specifiche su questa modalità di riutilizzo non ne esistono: tutto è rimesso al progettista della singola strada.

Quest’assenza di normativa generale è voluta, perché le caratteristiche delle strade sono troppo variabili secondo la loro tipologia e le caratteristiche del terreno su cui sono state realizzate.

La conseguenza è che gli asfalti contenenti gomma da Pfu hanno caratteristiche che possono essere descritte dalle comuni norme tecniche sviluppate per i conglomerati bituminosi (modificati) e garantire prestazioni pari o superiori a quelle dei conglomerati realizzati con bitumi modificati convenzionali.

Le province attive su questo fronte, ad oggi, sono 27; le regioni con le esperienze più significative sono Emilia- Romagna, Toscana, Piemonte e Trentino-Alto Adige. Nell’immediato futuro sono previsti 20 km/corsia in Friuli, alcuni tratti a Rimini e varie tratte in provincia di Bolzano.

Ancora troppo poco, nonostante l’impiego di polverino di gomma da Pfu nella mescola degli asfalti sia uno dei mille modi per realizzare l’economia circolare nella logica auspicata dalla Commissione Ue per trasformare i rifiuti in risorse e gli enormi vantaggi di immediata fruizione di questa tecnica.

L’impiego del bitume modificato con aggiunta di gomma da riciclo nasce in Usa e Svezia negli anni Sessanta, ma è ormai diffuso in tutto il mondo. La miscela di polimeri di gomma è di altissima qualità; quindi, se è aggiunta al bitume per asfalti, si modificano proprietà fisiche e prestazioni complessive della pavimentazione.

Sul fronte dell’assorbenza del rumore di rotolamento dello pneumatico su strada, la Provincia autonoma di Bolzano ha avviato nel 2011 una campagna di interventi e misurazioni in Val Venosta. Dopo 12 mesi la riduzione del rumore è stata fino a 7 decibel. Quindi una più che valida alternativa alle barriere acustiche su strade ad alta percorrenza, che hanno impatto negativo sul paesaggio, ostacolano l’attraversamento della carreggiata e riducono le vie di fuga in caso di incidente e, riducono la luce degli edifici limitrofi.

Anche sotto il profilo della durata, studi condotti a livello internazionale dimostrano che l’asfalto modificato dura fino a tre volte di più rispetto a un asfalto tradizionale. I vantaggi non sono pochi: il contenimento degli interventi di manutenzione, riduce gli inconvenienti derivanti dai cantieri stradali e dei relativi costi.

Anche la sicurezza stradale riceve vantaggi importanti, grazie all’ottimale aderenza, al drenaggio dell’acqua, che riduce drasticamente l’effetto splash and spray” in caso di pioggia migliorando la visibilità, e alla minor presenza di buche.