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Piano Juncker, Italia prima in classifica

L’Italia è prima in classifica nell’utilizzo delle risorse del Piano Junker, con 12 miliardi di euro di investimenti attivati in un anno. È quanto riporta un articolo di Angelo Lupoli, pubblicato ieri su Repubblica Affari & Finanza.

Con il Piano Juncker, lanciato per aiutare l’Europa a superare la crisi economica, la Banca europea per gli investimenti può gestire prestiti addizionali che si attivano grazie a un fondo di garanzia di 21 miliardi. Il cuore del Piano è proprio questo fondo chiamato Efsi, European fund for strategic investments che permette di attivare oltre 100 miliardi annui di investimenti attirando co-finanziatori privati. L’obiettivo è raggiungere la quota di 315 miliardi di nuovi investimenti in tre anni, tra le primavere del 2015 e del 2018.

In Italia la Bei conferma quindi il suo ruolo di appoggio al governo che ha l’obiettivo di sbloccare le opere pubbliche. Gli ambiti di intervento previsti riguardano infatti le grandi infrastrutture, il rilancio dei settori in difficoltà e il sostegno delle piccole e medie imprese.

Dario Scannapieco, vice presidente della Bei e presidente del Fondo europeo per gli investimenti, si è detto soddisfatto del risultato raggiunto dall’Italia, aggiungendo che il Belpaese può fare ancora meglio. “Dateci progetti validi e noi li finanzieremo”, ha affermato. Il vicepresidente della Bei ha quindi precisato che i progetti devono portare vantaggi all’economia in termini finanziari e sociali.
Scannapieco ha detto che anche il ponte sullo Stretto di Messina può essere preso in considerazione, precisando però che la decisione del progetto è innanzitutto politica. “Finora non ci sono richieste formali – ha affermato –, quando ci saranno faremo una valutazione tecnica e decideremo se ha le caratteristiche, in termini di rapporto tra costi e benefici, per essere finanziata da noi oppure no”.