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Pedemontana Veneta: «Closing finanziario entro due mesi»

Per la Pedemontana Veneta arriva una ciambella di salvataggio dall’Europa: anche per la superstrada di 95 km da Montecchio Maggiore nel vicentino a Spresiano nel trevigiano è aperta l’istruttoria per usufruire del cosiddetto Piano Junker che tra i criteri di scelta ha anche quello di privilegiare i progetti che non hanno trovato altre forme di finanziamento convenzionali, ma il cui business ha senso perché non ha una dimensione locale. E in effetti ad oggi il closing finanziario che SPV (Società Pedemontana Veneta) la concessionaria dell’opera ha cercato di portare a termine, si è arenato.

La superstrada, in project financing, ha un costo di 2.247,5 milioni di euro con un contributo pubblico complessivo di 613,7 milioni (243,7 da parte della Regione con la revisione del PF del 2013 e i 370 dell’agosto dello stesso anno assicurati dal Governo con il cosiddetto “Decreto del Fare”) ma secondo la Deliberazione della Corte dei Conti pubblicata nei giorni scorsi, “appare incerta la sostenibilità finanziaria, viste le previsioni ottimistiche sui volumi di traffico con il conseguente rischio che gli insufficienti flussi di cassa generati possano produrre ulteriori esborsi pubblici
Dubbi che si aggiungono anche alle altre critiche che la Corte ha messo nero su bianco in un dettagliato documento di ben 174 pagine che tuttavia non evidenzia nessun profilo di danno erariale a carico del soggetti coinvolti. Infatti sia Matterino Dogliani, amministratore delegato di SPV, che il commissario Silvano Vernizzi definiscono i contenuti della relazione della Corte dei Conti «autorevoli opinioni», ma niente di più. «Nei nostri confronti il documento non evidenzia nulla di particolare -commenta Dogliani – se escludiamo il passaggio in cui si rileva una modesta attività di controllo e monitoraggio anche a causa della direzioni lavori affidata all’esecutore dei lavori, cioè a noi, cosa che però è prevista dalla legge. Non è vero poi che i lavori sono andati avanti solo con le risorse del contributo pubblico siamo circa al 50% a testa».

Nel conteggio della quota privata infatti Sis mette oltre al capitale della società, i finanziamenti bancari finora ottenuti e il recupero dell’Iva (il contributo pubblico è senza Iva ma una volta utilizzato per pagare i lavori è aumentato dell’imposta nelle fatture che il concessionario paga alle imprese esecutrici). Dogliani conferma quanto illustrato ai magistrati contabili nell’udienza del 21 dicembre scorso. «Stiamo lavorando al closing finanziario che contiamo di chiudere entro uno o due mesi al massimo: la soluzione potrà essere attraverso i project bond o attraverso i fondi europei. Intanto stiamo lavorando normalmente e oramai il tracciato della superstrada si vede bene. Sviluppiamo lavori per circa 25 milioni al mese e contiamo di arrivare a 30 milioni a breve».

Anche Silvano Vernizzi si dice del tutto tranquillo : «Nel documento della Corte dei Conti non c’è nessun rilievo per un danno erariale. Ho letto e riletto il documento, rispetto le opinioni dei magistrati contabili, ma non saprei davvero cosa dire loro che non ho già detto, quindi entro i prossimi 30 giorni non farò nulla». E sulle quattro principali obiezioni precisa: «L’aumento dei costi: tutti sappiamo che quelli indicati in un progetto preliminare sono indicativi. E’ utopia allo stato puro immaginare di poterli fissare a quello stadio della procedura. Mi piacerebbe che mi si indicasse una grande opera che non ha avuto aumento di costi durante la realizzazione». I magistrati puntano l’indice anche sulle modifiche al progetto. «Abbiamo recepito le richieste dei comuni interessati – ribatte Vernizzi- e abbiamo migliorato l’inserimento territoriale dell’opera». Sulla sua incompatibilità come Commissario, ricoprendo contemporaneamente anche altri incarchi in Regione Vernizzi sottolinea che la questione è stata già oggetto di indagine: «Ricordo che nel 2013 la mia posizione è stata oggetto di una segnalazione a Bruxelles sulla presunta incompatibilità con il ruolo di Presidente della Commissione Regionale Via e che l’istruttoria aperta è stata rapidamente archiviata».
Infine le due questioni della direzione lavori affidata a SPV e dei collaudatori pagati sempre dal concessionario precisa: «Quella della direzione lavori è una cosa prevista dalla legge, mentre per la questione dei collaudatori stiamo valutando come muoverci. Potrebbe essere che andremo a trattenere dai SAL liquidati al concessionario i costi dei collaudatori che poi pagheremo noi direttamente».
Tra le questioni sollevate dal documento della Corte dei Conti anche due aspetti controversi: quello del contributo in conto esercizio al concessionario nel caso i livelli di traffico siano inferiori alla soglia indicata nel contratto (fino a 20,4 milioni l’anno per 30 anni cioè ben 612 milioni) e quello sul mancato finanziamento di parte delle strade e opere di compensazione. «Il contributo in conto esercizio c’è, ma sono sicuro che rimarrà una ipotesi sulla carta.
Chiunque conosca il traffico che interessa le attuali strade della Pedemontana, sa bene che razza di congestione abbiamo tutti i giorni. Sulla Superstrada circoleranno ben più di 25.000 veicoli al giorno. Per quanto riguarda le opere di compensazione ed adduzione, la maggior parte è compresa nel piano finanziario e nel progetto della Pedemontana. Rimangono fuori alcune opere come la variante di Spresiano, alcune opere nella Valle dell’Agno e il ponte nella zona industriale di Brogliano. Per queste opere che richiedono complessivamente tra i 40 e i 50 milioni di euro, bisognerà trovare finanziamenti nei fondi ordinari della Regione».
Il commissario conclude ricordando che entro quest’anno saranno aperti i primi 6 km tra Thiene e Breganze ed entro i 2017 il tratto fino a Montebelluna. Il completamento è previsto per il 2018 con l’esclusione della galleria di Malo che sarà aperta nel 2020.