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Nuovo codice appalti: un’opportunità per investimenti

“Parola d’ordine è ripartire, e per ripartire occorrono investimenti. Il compito che ci spetta, quello su cui dobbiamo concentrarci è dunque quello del loro sblocco, perché questo paese ha bisogno di investire. Proviamo a spingere sul nuovo Codice degli Appalti pubblici per puntare a questo risultato, anche se come Regioni avremmo preferito un periodo transitorio”. Così l’assessore alla presidenza e al bilancio Vittorio Bugli che è intervenuto nel pomeriggio di oggi, seguito più tardi dall’assessore a attività produttive e turismo Stefano Ciuoffo, al convegno organizzato da Confartigianato Imprese Toscana nell’auditorium dell’Ente Cassa di risparmio.

L’assessore Bugli ha iniziato ponendo l’attenzione sulle novità introdotte dal nuovo Codice “che non sono di poco conto. A partire dalla forte riduzione delle stazioni appaltanti e dal miglioramento della loro qualità: un obiettivo che è sicuramente condivisibile per gli effetti che può avere sulla riduzione dei contenziosi e sulla riduzione della spesa pubblica”.

Altro punto importante della legge è l’introduzione dei soggetti aggregatori, che non possono essere più di 35 a livello nazionale per l’acquisto di forniture e servizi da parte di Regioni, enti e aziende regionali, enti del servizio sanitario e enti locali. In Toscana ne abbiamo due – ha detto Bugli – la Regione stessa, che si avvale di Estar e di Cet, e la Città metropolitana di Firenze. Peraltro insieme a Umbria e Marche stiamo lavorando a una ipotesi di costituire un unico soggetto aggregatore regionale”.

I cambiamenti introdotti dal nuovo Codice non riguardano però solo la pubblica amministrazione , ma investono anche il sistema delle imprese. “L’obiettivo che non dobbiamo perdere di vista è – ha ribadito Bugli – di fare il possibile per non mettere in crisi l’esistenza delle piccole imprese, consentendo loro la partecipazione alle procedure di appalto e da questo punto di vista molto utile è la suddivisione in lotti e la nuova normativa sui subappalti per i quali sono previste restrizioni”. Rispetto ad altre novità, come la digitalizzazione delle procedure di gara e di tutte le comunicazioni, Bugli ha sottolineato come la Regione Toscana arrivi preparata. Già molte stazioni appaltanti acquisiscono le offerte attraverso il sistema START, che è stato predisposto e messo a loro disposizione.

“Dunque la Toscana – ha concluso Bugli – assolve già al ruolo, previsto dal nuovo Codice, di supporto per le stazioni appaltanti e di coordinamento dei Comuni, oltre all’utilizzo del sistema SITAT per la diffusione di informazioni. Questa nostra esperienza dobbiamo trasferirla, nell’applicazione della legge, a livello nazionale. Un lavoro che non è solo ‘burocratico’, ma deve essere l’esito di percorso condiviso per un lavoro il più costruttivo possibile da parte di tutti lungo tre assi portanti: la qualità non solo delle stazioni appaltanti, ma anche nella predisposizione dei capitolati di appalto, il lavoro, la cui qualità deve essere centrale, sia dal punto di vista dell’impresa che del lavoratore, e il territorio, cioè la valorizzazione del saper fare del sistema toscano anche alla luce dello Small Business Act”.

Da parte dell’assessore Stefano Ciuoffo è venuto l’invito ai soci di Confartigianato Imprese Toscana intervenuti al convegno a entrare nel merito della norma e a utilizzarla nei suoi aspetti positivi pur sottolineando che l’assenza dei regolamenti attuativi pone tutti in una condizione di “affaticamento”. “Dobbiamo cogliere – ha detto Ciuoffo – i miglioramenti che la nuova legge ci mette a disposizione. L’obiettivo di diminuire il contenzioso è sicuramente raggiunto dalla previsione di dover procedere con progetti esecutivi e non con progetti definitivi. Una procedura, quella dell’esecutività, che non lascia margini di imprecisione né di incertezza. Ci aspettiamo tutti maggiore qualità dei processi, delle opere e maggiore certezza nei tempi di realizzazione e negli importi di spesa”.

L’altro obiettivo è la riduzione delle stazioni appaltanti sollecitando il loro accorpamento e la certificazione, anche questa fonte di possibili contenziosi. “La scarsa competenza – sottolinea l’assessore – è un elemento che se eliminato è di vantaggio per tutti. Meritevole anche l’aver ridotto e disciplinato il ricorso al subappalto, norma che oltre ad essere una disciplina di contrasto alla speculazione che spesso si nasconde dietro i subappalti, crea percorsi di qualificazione delle piccole imprese che potranno così certificarsi per i lavori eseguiti, ed essere sollecitate a percorsi di aggregazione anche temporanea per partecipare alle gare. Infine molto positivo è anche l’aver introdotto, oltre al massimo ribasso, anche il rapporto qualità-pezzo che consente di valutare non solo l’offerta economica, ma anche la qualità dell’offerta dell’impresa esecutrice e altri elementi che altrimenti non concorrerebbero alla valutazione”.