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MIT: ”Smart road, veicoli connessi e mobilità del futuro”

La trasformazione digitale delle infrastrutture di trasporto rappresenta la possibilità di migliorarne la qualità, la sicurezza, l’utilizzo e di farne strumenti per generare dati e servizi che agevolino la mobilità di persone e merci, facilitando e semplificando il trasporto. Il rilancio digitale del settore è inoltre un fattore abilitante della crescita sostenibile, intelligente ed inclusiva del Paese.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti raccoglie la sfida dell’innovazione digitale e ne fa un elemento fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi infrastrutturali del Paese previsti dal Allegato al DEF 2016 e dal Piano Nazionale ITS. Sta quindi promuovendo un percorso per la corretta evoluzione del processo di digitalizzazione a livello nazionale, con l’obiettivo di guidare il Paese verso la nuova stagione della digital transformation delle infrastrutture.

Da una vision a uno standard condiviso con cui rendere smart le strade italiane. E’ questo l’obiettivo dell’incontro svoltosi il 22 giugno 2016, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, aperto dal Ministro Graziano Delrio e introdotto da Ennio Cascetta, coordinatore della Struttura Tecnica di Missione, che ha visto la presenza di esperti, stakeholder, operatori. Oltre alla sensibilizzazione sul tema e allo scambio di esperienze, la fase avviata intende, attraverso un processo di stakeholders engagement, giungere entro la fine di luglio all’individuazione degli standard minimi da applicare per la digitalizzazione delle nostre infrastrutture stradali.

“Abbiamo dato priorità alle opere utili – ha commentato il Ministro Delrio – ora diciamo che queste opere debbono essere intelligenti. La digitalizzazione rappresenta vantaggi in primo luogo per il monitoraggio e la sicurezza delle opere e per la sicurezza delle persone. Stiamo passando quindi da infrastrutture che sono solo materiali a opere che si mettono in dialogo con gli utenti, attraverso strumenti che possono facilmente essere introdotti nei lavori di manutenzione o di realizzazione”.
Con un’estensione della rete stradale in Italia pari a 179.024 km, di cui 5.872 di autostrade affidate a 24 concessionarie, e 25.566 chilometri, di cui 937 di autostrade, affidati ad Anas, le infrastrutture stradali rappresentano un asset significativo e strategico per il sistema-Paese.

Inoltre sono più di 43 milioni gli autoveicoli circolanti in Italia al 31 gennaio scorso, e le analisi a livello mondiale ci dicono che il parco mezzi è destinato ad aumentare, al 2020 il 90 per cento della popolazione avrà un telefono cellulare, al 2018 il valore del mercato globale dei veicoli connessi sarà di 40 miliardi di euro nel 2018, restando fermo l’obiettivo europeo di riduzione delle emissioni del 20% al 2020. Ne deriva l’esigenza di valorizzare il patrimonio infrastrutturale esistente attraverso l’adeguamento tecnologico. In considerazione degli ingenti investimenti nel settore – la CE per esempio ha stanziato circa € 30 mld fino al 2020 sulle infrastrutture di cui € 6,5 mld per l’Italia – il MIT sta considerando di vincolare l’erogazione dei finanziamenti all’adozione, da parte dei gestori dell’infrastruttura, di standard tecnologici minimi.

Il documento presentato alla discussione è il primo step e inquadra le Smart Road, come un insieme di infrastrutture stradali che integrano l’innovazione e l’inclusione negli strumenti tradizionali, con l’obiettivo di sostenibilità e migliore qualità del servizio.
Si tratta di aggiungere intelligenza alle strade, partendo da sensori, misure e metodi di elaborazione per rendere più estesi, fruibili ed efficienti i sistemi di governo e gestione della circolazione ed i comportamenti di mobilità e di viaggio. Tale intelligenza va costruita da un sistema di acquisizione di informazioni basato su una rete di sensori road-side o altre fonti in grado di raccogliere informazioni e scambiarle sia direttamente.

La tecnologia può essere utilmente impiegata in tutte le fasi di vita dell’infrastruttura e dell’esperienza di guida: dai sistemi di infomobilità ai sensori e sistemi di rilievo dello stato delle infrastrutture (ponti, viadotti e gallerie), alle tecnologie di connessione veicolo-infrastruttura in vista della guida automatica. I nuovi strumenti permettono di migliorare l’analisi dei fabbisogni e la valutazione delle opere, rendere più efficaci la pianificazione e la programmazione sia degli interventi di manutenzione che degli investimenti in nuove infrastrutture, garantendo, a costì più bassi, realizzazioni di maggiore qualità, e quindi più durevoli, più sostenibili e più sicure per gli utenti. La tecnologia aumenta inoltre la possibilità di definire le politiche di trasporto e la gestione dei flussi di traffico.

Inoltre, per gli utenti finali, migliora la customer experience sia nello spostamento, sia nell’ integrazione con le attività e i servizi che costituiscono l’obiettivo dello spostamento, attraverso l’interazione digitale con l’infrastruttura. Per le imprese, digitalizzazione delle infrastrutture vuol dire maggiore sicurezza del trasporto e snellimento degli oneri amministrativi. Per tutti, la disponibilità di infrastrutture digitali, cambiano e personalizzano l’esperienza del viaggio.