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La Commissione sul Bim, esclude la partecipazione del CNI

La commissione Bim, insediata a fine luglio presso il ministero delle Infrastrutture per attuare il nuovo Codice appalti, non vedrà la partecipazione di professionisti. Così il Consiglio nazionale degli ingegneri ha inviato una lettera di protesta al ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. Per il presidente del Cni, Armando Zambrano questa esclusione rappresenta una scelta «incomprensibile». C’è «dispiacere e amarezza» per questa «ennesima dimostrazione» di distanza della politica dal mondo delle professioni.

La commissione, coordinata dal provveditore alle Opere pubbliche di Lombardia ed Emilia Romagna Pietro Baratono, punta ad attuare gli adempimenti previsti dal Codice appalti in tema di building information modeling. E, al momento, non vede alcuna rappresentanza delle professioni tecniche. «Ancora una volta – si legge nella nota firmata da Zambrano – commissioni importanti per il futuro delle attività dei professionisti vengono istituite senza che questi possano dare un contributo di merito».

I motivi di questa decisione, per il Cni, sono oscuri. «Il perché di questa scelta è incomprensibile, dal momento che esiste la possibilità, attraverso un unico soggetto (la Rete delle professioni tecniche) di coinvolgere tutti i consigli nazionali interessati senza dover aumentare in modo non utile il numero dei soggetti coinvolti». Inoltre, bisogna considerare che il Bim per le professioni tecniche è strategico. «I processi innovativi come il Bim – prosegue Zambrano – sono una occasione per ristrutturare i propri studi, per sperimentare nuovi modelli organizzativi, per favorire le aggregazioni, superare le competenze, fare, in concreto, multi ed interdisciplinarietà. Perché non si è voluto cogliere questo aspetto?».

Per il presidente del Cni, questa decisione è «solo la conferma di un paese che, alla vigilia di importanti riforme istituzionali, potenzialmente capaci di proiettarlo in una nuova e diversa dimensione, procede secondo i soliti metodi ed i soliti schemi, offrendo un quadro di situazioni che sanno solo riprodursi senza mai cambiare, vanificando così gli sforzi che alcuni, nello specifico i professionisti, stanno concretamente facendo per eliminare quanto di sbagliato e di superato esiste nelle proprie organizzazioni, nelle proprie strategie, nelle proprie rappresentanze».

Per il futuro, in ogni caso, c’è un’apertura. «Se e quando la commissione ci chiamerà – conclude Zambrano – parteciperemo e daremo il nostro contributo ma non potremo evitare di veicolare a tutti gli iscritti negli ordini e collegi delle professioni tecniche il dispiacere e l’amarezza per questa ennesima dimostrazione di distanza della politica dal mondo delle professioni».