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Incontro tra Mit e sindacati dopo lo sciopero

Un nuovo incontro in arrivo tra sindacati e Mit, da convocare nei prossimi giorni. È questo il risultato più evidente della giornata di mobilitazione con la quale ieri Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil hanno portato in piazza per otto ore di sciopero i lavoratori delle società delle concessionarie autostradali che si occupano di costruzione e progettazione. Nel mirino c’erano le norme sull’in house che, nella versione definitiva del Dlgs n. 50 del 2016, hanno tradito la sostanza dell’accordo siglato qualche settimana fa proprio con il ministero. Adesso le parti si incontreranno di nuovo per parlare, ma non è chiaro come si uscirà da questa impasse. E già si guarda alla scadenza del decreto correttivo, tra un anno.

La mobilitazione di otto ore si è svolta a partire dalla prima parte della mattina in diverse città d’Italia: Roma, Genova, Milano, Napoli, Ancona e Bologna. E, in alcuni casi, ha portato momenti di grande disagio, come per il blocco del casello di Genova ovest nel capoluogo ligure. Ne parla Stefano Macale, da poco entrato nella segreteria nazionale della Filca: «Sono stati scioperi partecipati, perché la vertenza coinvolge molto da vicino i lavoratori. Adesso valuteremo cosa fare».

Ieri, infatti, durante le manifestazioni i rappresentanti delle tre sigle sono stati ricevuti dal direttore generale del ministero delle Infrastrutture. A lui è stata ribadita la questione: l’articolo 177 del nuovo Codice non contiene più le deroghe per gli appalti in gestione diretta delle imprese, che erano state concordate con il Mit. In questo modo, si mette a rischio la stabilità occupazionale delle società in house delle concessionarie, che potrebbero essere costrette a licenziare molti lavoratori. Licenziamenti che, in larga parte, sono già partiti in queste settimane prima dell’entrata in vigore del decreto legislativo.

Da parte del ministero, è arrivata la disponibilità a convocare un nuovo incontro: sarà previsto nel giro di pochi giorni, forse già la settimana prossima. «In base alle risposte che ci arriveranno – spiega Macale – valuteremo se proseguire con altre forme di protesta». La trattativa, però, non sarà facile. Il Mit, infatti, dovrà spiegare perché il nuovo articolo 177 va contro un accordo sottoscritto ufficialmente con i sindacati. Possibile che si cerchi di giustificare la mancata previsione con il fatto che la gestione diretta è comunque considerata fuori dai vincoli del Codice. Ma questa spiegazione ai sindacati non dovrebbe bastare. La richiesta che arriverà sul tavolo del ministero, da definire nel dettaglio nei prossimi giorni, sarà sostanzialmente quella di ripristinare la versione del Codice proposta dalle commissioni parlamentari. L’emendamento, però, non potrà prendere forma prima di qualche mese. L’unica finestra per questo tipo di aggiustamenti infatti sarà il correttivo, che il Governo ha programmato entro un anno.