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Cambia la mobilità urbana

È cambiata e cambierà ancora la fotografia della mobilità urbana in Italia. A scattare l’istantanea più aggiornata (ma risalente al 2014), è stato l’Istat che con un’indagine specifica ha misurato il grado di utilizzo delle diverse modalità di mobilità urbana.

Per quanto riguarda il Trasporto pubblico locale (Tpl), spiega l’Istat, nei comuni capoluogo di provincia, gli autobus sono mediamente 79 ogni 100 mila abitanti, in leggero aumento sull’anno precedente. I bus “ecologici” (in prevalenza alimentati a metano/GPL) sono il 22,4% del totale. Accanto al Tpl su gomma, tuttavia, crescono le reti di trasporto locale su ferro: +2,6% per il tram, presente in 12 città, e +10,6% per la metropolitana, presente in 7 città, 6 delle quali hanno realizzato ampliamenti negli ultimi 5 anni.

Ma dal punto di vista generale, continua a ridursi l’offerta di Tpl (da 4.787 a 4.423 posti-km per abitante), che resta fortemente diseguale sul territorio: nelle città del Nord (5.722) e del Centro (4.931) è tra due e tre volte il valore medio del Mezzogiorno (2.163). La velocità commerciale degli autobus del Tpl è di 19,5 km/h, ma scende a 16,6 nei grandi comuni.

Ciò nonostante, aggiunge Istat, la spesa corrente dei comuni capoluogo per il Tpl e i servizi connessi è salita da 97 a 137 euro pro capite, mentre si è ridotta la spesa per investimenti. Sul fronte dell’utenza, Istat ha osservato una ripresa della crescita della domanda di Tpl (da 190 a 192 passeggeri per abitante), livello che tuttavia resta ancora lontano dai livelli pre-crisi (218 passeggeri per abitante nel 2008).

Nel Paese, gli utenti abituali di autobus, filobus e tram sono circa un decimo dei residenti di 14 anni e più (15% al Centro, 12% al Nord, 9% nel Mezzogiorno) e poco più di un terzo nei centri delle aree metropolitane.

Oltre alla composizione, cambia anche da Nord a Sud il grado di soddisfazione nei confronti del Tpl: più ampia nel Settentrione, , mentre al Centro e soprattutto nel Mezzogiorno prevalgono i giudizi negativi; anche nei centri delle aree metropolitane ci sono meno utenti soddisfatti. Gli aspetti più critici sono il costo dei biglietti, la comodità delle fermate e la pulizia delle vetture; i più apprezzati, la velocità e la frequenza delle corse.

Scende per il terzo anno consecutivo, ma resta comunque molto elevato, il tasso di motorizzazione dei capoluoghi di provincia (603 auto ogni mille abitanti).
Per la prima volta dal 2009 aumenta il numero di auto di nuova immatricolazione (+7,5%) e prende quota, pur restando ancora marginale, il mercato delle auto elettriche (tre ogni mille nel 2014).
Sale a 36,5 m2 ogni 100 abitanti la dotazione di aree pedonali, e a 19,4 km ogni 100 km2 la densità delle piste ciclabili. Si estende la superficie delle Zone a traffico limitato (+9,7%) e si diffondono le Zone 30 a traffico pedonale privilegiato, presenti in 66 capoluoghi.
Per quanto riguarda i taxi, invece, le licenze attive nei capoluoghi di provincia sono 12,4 ogni 10 mila abitanti (19,5 nei grandi comuni), in lieve calo rispetto al 2012.

Sempre secondo Istat, infine, sono in forte crescita i servizi di mobilità condivisa: il bike sharing è in 60 città con più di 11 mila biciclette (il doppio del 2011). Il car sharing è in 23 città con oltre 4 mila veicoli: l’ingresso sul mercato dei nuovi servizi a flusso libero ha determinato un’esplosione dell’offerta.

Scende a 4,6 decessi ogni 100 mila abitanti il tasso di mortalità in incidente stradale nei comuni capoluogo (Italia 5,6). Per categoria di veicolo, e considerando i soli conducenti e passeggeri, il tasso è 1,6 per le auto (Italia 2,5), 1,1 per i motocicli e 0,4 per le biciclette.
Tra i pedoni, gli incidenti stradali hanno causato, nel 2014, 1,2 morti e 69 feriti ogni 100 mila residenti nei comuni capoluogo, meno dell’anno precedente, ma molto di più delle corrispondenti medie nazionali (0,8 morti e 29,6 feriti).