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Volkswagen: lettera ai concessionari italiani, “stop vendite”

Volkswagen Italia ha inviato ieri una lettera ai concessionari italiani (non solo Volkswagen ma anche Seat, Skoda e Veicoli commerciali) intimando di sospendere subito la vendita di tutte le vetture Euro 5, "come misura precauzionale in attesa di ricevere ulteriori chiarimenti e dettagli". Lo riferisce il Corriere della Sera. I modelli interessati sarebbero 19 e ne sarebbero coinvolti Audi (i modelli A3, A4, A5, A6, TT, Q3 e Q5), Seat (Leon, Altea e Alhambra), Skoda (Yeti, Octavia e Superb) e la stessa Volkswagen (Maggiolino, Sharan, Touran, Golf, Passat e Tiguan).

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Nella lettera, si specifica che la casa tedesca "sta lavorando a pieno ritmo per fare chiarezza su alcune problematiche che riguardano un particolare software utilizzato sui nostri motori Diesel. Come misura precauzionale, vi preghiamo di sospendere, con effetto immediato, la vendita, l'immatricolazione e la consegna dei soli veicoli equipaggiati con motori diesel Euro 5 tipo EA 189".

Dalla Germania arriva anche una nuova ricostruzione: Volkswagen ha ignorato per anni gli avvertimenti lanciati da un membro del suo staff e da un fornitore circa il fatto che il software – usato per manipolare i risultati del test di emissione di gas – era illegale. Lo riferiscono fonti di stampa.

Le autorita' tedesche stanno facendo nel frattempo pressione sulla casa automobilistica, chiedendo che definisca entro il 7 ottobre un calendario con il quale garantira' che le sue vetture diesel soddisfino le norme nazionale di emissione di gas senza il ricorso a tecnologie 'truccate'.

Secondo quanto riferisce Bild am Sonntag, il fornitore di ricambi auto Bosch aveva prodotto il dispositivo ma aveva avvertito il gruppo gia' nel 2007 sul fatto che il dispositivo fosse illegale. Un portavoce Bosch ha ribattuto che la societa' non puo' commentare i dettagli, chiamando in causa un accordo di riservatezza con il suo socio d'affari.

Secondo il Frankfurter Allegmein Sonntagsxeitung, un impiegato della Volkswagen aveva anche lanciato un allarme nel 2011, sottolineando che il software poteva rappresentare una "violazione" della legge. Ma entrambi gli avvertimenti sarebbero stati ignorati dal management.