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Una super squadra per il Giubileo. Ma i lavori sono fermi al palo. Mancano 38 giorni: aperti 8 cantieri su 30

«Il Giubileo deve funzionare come ha funzionato l’Expo». Il ministro dell’Interno, Angelino Alfano, dà il viatico al nuovo commissario per la Capitale, Francesco Paolo Tronca, e cerca di esorcizzare i ritardi accumulati nell’organizzazione dell’evento. Ma, a una quarantina di giorni dall’inizio dell’anno giubilare, l’8 dicembre, i cantieri aperti si contano sulle dita di una mano. E, come osserva il presidente di Confartigianato-Edilizia della Capitale, Marco Matteoni, «spero tanto di sbagliarmi, ma penso che alla fine si faranno solo le tre o quattro cose di maggior impatto sulle visite dei pellegrini. E, per sapere quali, basta prendere una piantina di Roma, mettere la punta di un compasso sulla cupola di San Pietro e tracciare un raggio di un paio di chilometri».

Parole non dette a caso. Sono circa 28-30 gli interventi programmati per rendere più presentabile o almeno accettabile, se non accogliente, la città: si tratta, per la maggior parte, di opere di sistemazione dei marciapiedi e della pavimentazione stradale, per una spesa complessiva di 28 milioni di euro. Ma, a tutt’oggi, solo sette o otto cantieri sono stati aperti. Gli altri sono ancora a livello di carte bollate, planimetrie e timbri. Mentre non sono neppure entrate nel programma del Comune opere attese da decenni come la sistemazione dei sampietrini a piazza Venezia, dove avvallamenti e buche costituiscono un costante pericolo per motociclisti e ciclisti.

L’ormai ex sindaco Marino è riuscito a dare l’avvio, agli inizi di settembre, ai lavori per rivoluzionare il perimetro della Stazione Termini. È stato il primo cantiere ad aprire i battenti a soli tre mesi dall’inizio dell’Anno Santo. Il restyling toccherà l’infrastruttura stradale ma anche la viabilità, che subirà profondi cambiamenti, primo fra tutti la sosta che non sarà più consentita nelle strade circostanti: per sopperire, verrà ampliato il parcheggio di piazza dei Cinquecento con 45 nuovi posti kiss & ride, fruibili gratuitamente per i primi 15 minuti. Due giorni fa, poi, nelle stesse ore in cui si esauriva il mandato di Marino avveniva la cantierizzazione di altri due appalti giubilari che riguardano viale di Porta Ardeatina, e viale delle Mura Latine, Piazzale Ostiense.

Almeno per il momento, però, la lista delle opere effettivamente intraprese finisce qua. Eppure, dal Campidoglio rassicurano che il programma approvato il 13 agosto sarà rispettato. E, d’altra parte, proprio per fare in fretta si è deciso di appaltare soltanto i lavori sotto la soglia del milione di euro, in modo da poter assegnare le opere con procedure negoziate anziché con bandi di gara aperti che richiederebbero almeno sei mesi.

Ma se le opere stradali rappresentano la priorità dei lavori, non sono da meno le altre emergenze da oggi sul tavolo del neo-commissario: l’emergenza trasporti, dai bus inaffidabili ai frequenti blocchi delle metropolitane; la pulizia carente delle strade, con cassonetti stracolmi anche in pieno centro; i conti perennemente in bilico; le periferie che scontano decenni di disattenzione. «I trasporti – ha ammonito qualche ora fa l’ex assessore Stefano Esposito – sono l’emergenza delle emergenze: servono risorse per gli interventi sulle metropolitane e sulla gomma. Serve un commissario».

Una richiesta che avrebbe spinto il governo a ipotizzare di affidare un incarico simile a Marco Rettighieri, direttore di Expo 2015 e prima manager delle Ferrovie. È tra i papabili del ‘dream team’ che il premier vorrebbe affiancare a Gabrielli: nessun nome certo, ma si parla tra gli altri del magistrato ed ex assessore alla Legalità Alfonso Sabella, del sovrintendente all’Opera di Roma, Carlo Fuortes, e del presidente del Coni Giovanni Malagò. Come dire: da Milano a Roma, il nuovo mantra renziano per esorcizzare Marino.