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Roma, lo sciopero bianco dei macchinisti della metro sta mettendo in ginocchio la città

Lo sciopero bianco dei macchinisti della metropolitana di Roma sta mettendo in ginocchio la città. Ormai da 23 giorni hanno rallentato le corse per protestare contro la decisione dell’azienda di obbligarli a timbrare il cartellino all’inizio e al termine del servizio. Protestano anche contro la riforma del contratto che gli imporrà di guidare di più. Eppure conducono i convogli molto meno dei colleghi di altre grandi città: 736 ore l’anno contro le 850 ore di Napoli e le oltre 1.200 di Milano.

Nonostante l’ultima precettazione del prefetto Gabrielli per impedire lo sciopero di lunedì proseguono le lunghe attese sui binari. I treni, quando arrivano, sono stracolmi, il più delle volte senza aria condizionata, e spesso bisogna attendere nelle stazioni sovraffollate il successivo per riuscire a salire. Poi sui vagoni si sta stretti come in una scatola di sardine.

Il ministero dei Trasporti vuole fare luce sul treno che ha viaggiato a porte aperte

Intanto il ministero dei Trasporti farà approfondimenti sul sistema di gestione della sicurezza da parte di Atac nell'espletamento dei servizi di trasporto, ha reso noto il vice ministro dei Trasporti, Riccardo Nencini, in relazione al convoglio della Metro linea B che ha viaggiato con le porte aperte dalla Stazione Termini alla fermata Castro Pretorio, terrorizzando i passeggeri. Le porte si sono spalancate in galleria e il treno ha proseguito la corsa in velocità, senza che i passeggeri riuscissero a far funzionare il freno nel vagone.

I troppi disagi ieri raccontati anche dal New York Times

E se il degrado di Roma è approdato, corredato da una grande foto, sulla prima pagina dell'edizione internazionale del New York Times – che ha scritto: «La metro scorre a passo di lumaca perché i lavoratori sono in sciopero» – proseguono i disagi sulla linea metropolitana di Roma. «Il servizio sulla metro B – fa sapere l'Atac in una nota – è al momento limitato al tratto Castro Pretorio-Laurentina a causa di un guasto a un treno, che non è possibile rimuovere finchè i passeggeri rimangono a bordo». Uno stop che ha causato alla stazione Tiburtina una ressa tra i passeggeri che hanno insultato e tentato di aggredire il macchinista che si è rifugiato nella cabina. 

Un altro treno è rimasto fermo a San Paolo a causa del malore di un macchinista, provocando un'interruzione del servizio tra San Paolo e Rebibbia/Ionio e forti ritardi sul resto della linea. I passeggeri riferiscono che il macchinista non sia partito dopo un alterco con un passeggero che protestava per il ritardo. Poi è arrivata la polizia. «Si viaggia come in un carro bestiame – dice Adriana dopo aver atteso per 35 minuti la metro alla stazione San Paolo – e ormai siamo all’esasperazione. 

Ogni giorno sai quando esci di casa, ma non sai quando arrivi e per un percorso medio di 15 minuti si impiega anche un’ora. Una situazione impossibile per chi deve andare a lavorare, ma anche per i turisti che assistono esterrefatti alle scene di quotidiana follia dei trasporti pubblici romani». Venerdì scorso i passeggeri esasperati dai continui guasti e dai lunghi tempi di attesa della Roma-Ostia hanno scagliato pietre contro la cabina di guida di un treno che viaggiava senza aria condizionata.