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Riforma appalti. Pronto un emendamento Pd per abrogare la legge obiettivo

Abrogazione della legge Obiettivo. Stretta sugli incarichi di collaudo ai dipendenti della pubblica amministrazione. Débat public anche per i progetti di architettura più rilevanti. Sono queste le tre novità più importanti inserite dal gruppo del Partito democratico tra le proposte di modifica depositate presso la commissione Ambiente della Camera. Dei circa 480 emendamenti presentati, sono in tutto una ventina quelli firmati dal partito di maggioranza e dai suoi esponenti più influenti, come il presidente della commissione, Ermete Realacci e la responsabile Ambiente del Pd, Chiara Braga. Si tratta soprattutto di precisazioni e riformulazioni rispetto al testo del Senato: si conferma, quindi, la volontà di non stravolgere il suo impianto. Alcuni di questi, però, vanno molto oltre e portano innovazioni che forniscono indicazioni interessanti sulla direzione che prenderanno i lavori parlamentari nelle prossime settimane, in attesa degli emendamenti di Governo e relatori.

Una novità assoluta è la stretta sui collaudatori. Per evitare incroci pericolosi, i dipendenti delle Pa non potranno essere destinatari di questo tipo di incarichi, in una serie di casi. Così, la modifica proposta alla legge delega ipotizza la «revisione della disciplina di affidamento degli incarichi di collaudo a dipendenti appartenenti ai ruoli della pubblica amministrazione e in trattamento di quiescenza, prevedendo il divieto di affidamento dell'incarico di collaudo per appalti di lavori pubblici sopra soglia, ubicati nella regione sede dell'amministrazione di appartenenza e disponendo un limite all'importo dei corrispettivi da fissarsi in misura non superiore al livello retributivo del primo presidente della Corte di cassazione». Quindi, i dipendenti pubblici, nelle gare sopra i 5,2 milioni, non potranno effettuare collaudi nella regione sede della loro amministrazione e, comunque, non potranno percepire più di 311mila euro complessivi.

Viene meglio formulato il passaggio della delega che riguarda gli appalti incardinati in situazioni di emergenza. Dovranno essere varate «procedure di acquisizione di servizi, forniture e lavori da applicare in occasione di emergenze di protezione civile», che coniughino «la necessaria tempestività d'azione con adeguati meccanismi di controllo e pubblicità successiva». Quindi nelle situazioni di emergenza le deroghe andranno ridotte al minimo, considerando comunque che il principio guida è l'espresso «divieto di affidamento di contratti attraverso procedure derogatorie rispetto a quelle ordinarie».

La novità più forte, però, arriva sul fronte della legge Obiettivo. L'impianto del vecchio sistema, con una serie di regole speciali per le grandi infrastrutture strategiche, ha fallito. Così, il nuovo Codice dovrà seguire la strada indicata dal presidente dell'Anac, Raffaele Cantone: abrogare la legge Obiettivo che, quindi, perderà il suo ruolo di riferimento per il settore. L'emendamento, firmato dal gruppo del Pd, chiede allora «l'espressa abrogazione delle disposizioni di cui alla legge 21 dicembre 2001, n. 443, con effetto dalla data di entrata in vigore del Codice». A valle di questo taglio, andrà aggiornato il Piano generale dei trasporti e della logistica e andrà riprogrammata l'allocazione delle risorse alle opere della legge Obiettivo.

Altra integrazione riguarda le regole sul dibattito pubblico. Il gruppo del Pd propone di riformulare il passaggio inserito nella delega uscita dal Senato. Quindi, vengono confermate le «forme di dibattito pubblico delle comunità locali dei territori interessati dalla realizzazione di grandi progetti infrastrutturali». Questa procedura però dovrà essere utilizzata anche per i progetti di «architettura di rilevanza sociale aventi impatto sull'ambiente, la città o sull'assetto del territorio». Viene confermata la previsione di una procedura di acquisizione dei consensi tecnici e amministrativi necessari per realizzare un'opera che "sia semplice, vincolante e non modificabile nel tempo", ma viene integrata: i progetti dovranno essere pubblicati anche on line.

Infine, viene proposta una semplificazione di carattere procedurale. Nel quadro della razionalizzazione delle procedure di gara per l'affidamento di lavori, servizi e forniture andrà esclusa esplicitamente la presentazione delle documentazioni già in possesso della pubblica amministrazione, seguendo un principio già inserito in diverse altre norme.