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Cartelli stradali, gli italiani all’estero faticano a riconoscerli

“Italians do it better”. Ma non in questo caso, quando sono alla guida delle loro automobili in terra straniera. A confermarlo è un sondaggio sulla sicurezza stradale condotto dal “Centro Studi e Documentazione Direct Line”, la compagnia di assicurazioni. Si tratta di un’indagine che ha coinvolto mille individui, di età compresa tra i 18 e i 64 anni, dalla quale è emerso che al 19% è capitato d’incontrare all'estero cartelli stradali “strani”, mentre un 11% ha ammesso di fare fatica a capire le indicazioni.

“Viaggiare con la propria auto e magari girare l'Europa è una passione per molti irrinunciabile. Bisogna però prestare attenzione: ogni Paese, anche all'interno dell'Unione europea, ha normative specifiche di circolazione stradale che bisogna conoscere prima di mettersi in viaggio – ha sottolineato Barbara Panzeri, direttore marketing della Direct Line -. 

Guidare all'estero può essere una vera impresa a partire dalla segnaletica stradale: nei Paesi in cui la conoscenza della lingua è un limite bisogna informarsi quel poco che basta per non incorrere involontariamente in pesanti sanzioni che possano rovinare il viaggio”.

Non ci sembra entusiasmante che una percentuale così apprezzabile di connazionali veda come un rompicapo la segnaletica quando varca il confine. Rassicura un po’, se così si può dire, che i “nostri” si sentano più sicuri (l’85%) sulle strade del Belpaese. Quando percorrono le solite vie, infatti, il 43% precisa di conoscerle bene. 

Un 17% puntualizza che nelle ore più trafficate il rischio di tamponamenti e incidenti è alto. Un 4%, poi, ritiene che gli automobilisti della propria città siano abbastanza disciplinati. Solo il 15% dichiara di non sentirsi sereno perché pochi rispettano le precedenze e le regole indicate dal Codice della strada.

Il sondaggio offre ulteriori spunti di riflessione a quanti si occupano, a vario titolo, di viabilità. Ed evidenzia, ancora una volta, quanto sia fondamentale che al volante ci siano conducenti davvero informati. Iniziative in tal senso se ne contano molte ma, pare scontato il ribadirlo, non bastano. Una maggiore cultura della sicurezza stradale è, dunque, quanto mai opportuna per una mobilità più sicura e sostenibile.