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Autorità Trasporti: entro il 2015 la nuova mappa delle autostrade

Rivedere la mappa delle 27 concessionarie autostradali. L'Autorità dei trasporti sta lavorando a individuare gli ambiti ottimali di gestione delle tratte esistenti, per rimuovere le inefficienze che ne abbassano la produttività. L'idea è passare da un sistema nato spontaneamente a un assetto razionale, costruito sulla base di un modello econometrico costruito dall'Authority. Il lavoro, già in corso, sarà completato entro la fine del 2015 e sarà la base per mettere in gara le concessioni a scadenza.

L'iniziativa nasce dall'articolo 37 del decreto n. 201 del 2011, che attribuisce all'Autorità il compito di «definire gli ambiti ottimali di gestione delle tratte autostradali, allo scopo di promuovere una gestione plurale sulle diverse tratte e stimolare la concorrenza per confronto». Il tema è legato all'assetto attuale del mercato autostradale che, come spiega il presidente dell'Autorità, Andrea Camanzi «non è frutto di una scelta programmatica ma di una situazione inerziale che si è andata determinando negli anni con il progredire degli investimenti».

La mappa delle concessioni autostradali, cioè, non si è composta in maniera coerente e razionale ma è andata avanti per strappi, fino a comporre il quadro attuale. Al momento, secondo quello che riferisce l'analisi dell'Authority, ci sono 27 concessionarie che fanno riferimento a tre grandi insiemi. Il primo è il gruppo Atlantia (cinque società): controlla soprattutto Autostrade per l'Italia (2854 chilometri) ma anche altri soggetti minori, come Autostrade meridionali. Poi, c'è Gavio con Satap A21 (164 km), Ativa (155 km), Salt (154 km), Torino-Savona (130 km) e Satap A4 (127 km), solo per citare le società principali tra le dodici del gruppo. Infine, ci sono le autostrade in concessione a enti pubblici e le concessionarie minori, come Strada dei Parchi, Autostrade siciliane, Autovie venete, Autostrada del Brennero.

L'idea dell'Autorità, che va nella direzione indicata dalla riforma appalti in discussione alla Camera, è che le concessioni in scadenza vadano messe in gara e riassegnate, senza passare dalle proroghe. Nel rimettere mano al puzzle delle autostrade, però, non si dovranno utilizzare necessariamente i confini esistenti: «Stiamo lavorando – spiega il presidente – a un modello econometrico che ci aiuti ad individuare gli ambiti ottimali di gestione delle tratte autostradali, per dare un assetto più efficiente al mercato e recuperare produttività, tramite le aggregazioni».

Il processo sarà completato entro la fine del 2015 e punterà a tagliare le 27 società presenti in Italia. Le prime evidenze, infatti, «sembrerebbero suggerire l'esistenza di economie di scala, sia pur non molto marcate, talché il sistema potrebbe, in talune condizioni, beneficiare di aggregazioni tra concessionari». Fino a questo momento sono stati già compiuti diversi passi. «Al fine di ottemperare al dettato normativo, l'Autorità – spiega la relazione annuale – nel marzo 2014 ha avviato un primo confronto con i vertici dell'associazione rappresentativa dei concessionari autostradali Aiscat. Nel corso dell'incontro è stata illustrata la necessità di costruire una base dati relativa a ciascuna società concessionaria. È stata pertanto avviata una ricognizione dei principali dati tecnico–economici dell'ultimo decennio». Grazie a questa raccolta di dati sarà possibile costruire un sistema «di benchmarking di tipo parametrico per verificare l'efficienza delle singole imprese a confronto con gli altri operatori del mercato e definire interventi regolatori sui prezzi e, appunto, sugli ambiti ottimali di gestione».