Lo sviluppo sostenibile
Fin dagli anni Settanta, in seguito alla presa di coscienza che il concetto di sviluppo classico legato esclusivamente alla crescita economica avrebbe causato entro breve il collasso dei sistemi naturali, si è avvertita l’esigenza di conciliare crescita economica ed equa distribuzione delle risorse. Nel suo concetto più generale, la sostenibilità implica la capacità di un processo di sviluppo di sostenere nel corso del tempo la riproduzione del capitale mondiale composto da capitale economico, umano-sociale e naturale.
Il primo, inteso come capitale economico costruito, è rappresentato dalle cose create dagli individui, il secondo è composto dagli individui di una società e il terzo rappresenta l’ambiente naturale e le risorse naturali. Pertanto, per sostenibilità economica si intende la capacità di generare reddito e lavoro per il sostentamento della popolazione, per sostenibilità sociale si intende la capacità di garantire condizioni di benessere umano (sicurezza, salute, istruzione, democrazia, partecipazione, giustizia) equamente distribuite per classi e genere e, infine, per sostenibilità ambientale si intende la capacità di mantenere qualità e riproducibilità delle risorse naturali. È quindi sottointeso un accordo generazionale: le generazioni future hanno gli stessi diritti di rispondere ai loro bisogni di quelle attuali.
Il percorso culturale e politico relativo allo sviluppo sostenibile si può far iniziare nel 1972 con la Conferenza di Stoccolma sull’Ambiente Umano. Una tappa fondamentale in questo percorso è rappresentata dalla convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamento climatici sottoscritta a New York l’8 Maggio 1992 che ha come strumento attuativo il Protocollo di Kyoto. Esso si pone come obiettivo la riduzione delle emissioni di gas serra al fine di rimediare ai cambiamenti climatici in atto. Risulta quindi di fondamentale importanza riuscire a quantificare l’impatto sull’ambiente di una attività o di un processo lungo tutte le fasi del suo ciclo di vita, al fine di poter scegliere quelle tecnologie in grado, più di altre, di garantire gli obbiettivi preposti da uno sviluppo sostenibile.