Il viadotto Caffaro sulla Autostrada A2, con il suo sviluppo 400 m e tre luci a terra – delle quali la maggiore di quasi 140 m -, risulta una delle principali opere dell’intera autostrada, sia come dimensioni sia come particolarita strutturale. La struttura a doppio cavalletto a V (uguali specularmente e entrambi dissimetrici con inclinazione di 40° verso le spalle e 35° verso la mezzeria) è stata concepita con due sole fondazioni oltre alle spalle per evitare la pila prevista sul versante sinistro del vallone del torrente Caffaro dal progetto definitivo che, sviluppato secondo un consueto schema di travata continua a cinque luci, presentava la pila P4 intestata in una area di discarica abbandonata, di grande estensione.
La struttura è stata compiutamente descritta nell’articolo pubblicato sul fascicolo n° 121 Gennaio/Febbraio 2017 (si veda http://www.stradeeautostrade.it/infrastrutture/ponti-e-viadotti/2017-01-24/il-viadotto-caffaro-sulla-autostrada-a2-56830/). In questo articolo è invece descritto il montaggio dell’opera che ha dovuto soddisfare la complessità geometrica e la sicurezza delle operazioni mantenendo contenuti i tempi di costruzione.
La concezione della struttura
Per semplificare e velocizzare la costruzione, le strutture metalliche dell’intero viadotto sono state concepite con sezioni metalliche aperte realizzate mediante la composizione di travi in doppio T alte 4,20 m per l’impalcato e 3,50 m per le gambe controventate. Per contenere il peso della struttura, invece, la soletta di spessore 25 cm è stata gettata su predalles metalliche ordite longitudinalmente su traversi posti ogni 5 m. Questa scelta ha consentito di contenere l’interasse delle travi principali a soli 6 m rendendo snelle anche le gambe. La realizzazione dei giunti di continuita mediante bullonatura ha consentito un rapido assemblaggio in quota, permettendo il montaggio con gru carrate da 800 t e senza l’impiego di mezzi d’opera particolari.