È una di quelle giornate in cui il cielo di Roma manda all’aria ogni previsione meteorologica: è Febbraio ma il sole splendente ci fa dimenticare l’inverno e ci proietta verso la primavera, aumentando il piacere di utilizzare il motorino, ma facendoci anche pensare a quanto il clima stia cambiando e quali ripercussioni avrà sul futuro.
Ci avviamo per arrivare in orario verso una delle zone più belle della Capitale, Villa Borghese, situata nel quartiere Pinciano. Fermiamo il motorino e, con qualche minuto di anticipo rispetto all’orario concordato, entriamo in una palazzina elegante su tre piani, al riparo dal traffico cittadino.
Dopo i saluti di rito, veniamo accompagnati nella stanza del nostro intervistato. Anche lui arriva puntuale e non ci sembra vero che il tempo sia passato da quando, nel 2004, abbiamo fatto la sua conoscenza (si veda “S&A” n° 47 Settembre/Ottobre 2004). Allora scrivemmo su queste pagine: “La prima impressione è estremamente favorevole: alto e imponente, sembra trasmettere una sorta di fiducia incondizionata, come solo chi è sereno con se stesso per aver fatto quanto è nelle proprie capacità e possibilità: sarà un incontro interessante”.
A distanza di quasi 15 anni confermiamo il tutto, anche se per noi vale la convinzione che l’imperturbabilità consente di non “farsi abbattere nel presente, né sgomentare per il futuro”, come ebbe a dire Marco Aurelio.