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Pavimentazioni sostenibili e ambiente

Marco Pasetto

Il rapporto tra pavimentazioni stradali e ambiente raccoglie, di norma, l’attenzione delle cronache solo quando se ne portano alla pubblica evidenza le implicazioni più deteriori (impatto visivo, inquinamenti correlati con l’uso di taluni materiali, ecc.). In queste circostanze, le sovrastrutture stradali vengono sommariamente additate come causa di degrado degli ecosistemi.

Non c’è dubbio che, in alcuni casi, tale percezione possa trovare fondamento, ma è altrettanto vero che sposare acriticamente una simile posizione significa trascurare lo sforzo che, negli ultimi lustri, è stato fatto nell’ambito della ricerca scientifica e nell’applicazione per rendere le pavimentazioni stradali realmente sostenibili dal punto di vista ambientale. Riassumere in poche righe il grande contributo che il settore delle costruzioni ha dato alla sperimentazione e all’utilizzo efficace di materiali e tecnologie ambientalmente compatibili è piuttosto complesso.

Certamente si deve partire evidenziando l’estensivo ricorso di Gestori, Progettisti e Costruttori di infrastrutture al riciclo di materiali da pavimentazioni e strutture demolite, al riuso di terre e rocce da scavo, all’impiego di aggregati marginali (scarti di lavorazioni industriali) e ciò al fine di risparmiare l’utilizzo di inerte naturale, limitando così le escavazioni e il conseguente impatto ambientale, riducendo gli smaltimenti in discarica di materiali residuali, minimizzandone la movimentazione e il trasporto.

Deve essere, altresì, considerato il beneficio economico e ambientale derivante dalla posa in opera di miscele confezionate “a freddo” e “a tiepido”, realizzate dunque con sensibile risparmio di energia, riduzione di emissioni in atmosfera, salvaguardia della salute degli operatori, nonché ottimizzazione dei costi di produzione.

Non è da sottacere come gli studi di formulazione dei materiali e le più recenti tecnologie consentano di realizzare sovrastrutture con prestazioni acustiche ottimizzate (fonoassorbenti o ipoemittenti), che riducono l’inquinamento acustico nei centri abitati e nelle aree protette, o con caratteristiche di tessitura che contengono la generazione di vibrazioni dannose per i fabbricati residenziali, storici e monumentali.

Inoltre, occorre considerare come l’utilizzo di inerti artificiali e riciclati, che l’attuale Normativa di settore equipara agli aggregati naturali (cfr. le Norme UNI EN 13242, 13043, ecc.), può contribuire ad elevare le proprietà strutturali e funzionali di miscele non legate, cementizie e bituminose per pavimentazioni, coerentemente con le cogenti prescrizioni di Legge.

Le sovrastrutture sostenibili fanno parte del presente e costituiscono un importante tassello nella realizzazione di opere future, compatibili con l’ambiente. Due segnali in tale direzione: l’interesse crescente dei Tecnologi verso soluzioni costruttive che favoriscano lo sfruttamento dell’energia che l’esercizio delle infrastrutture produce e il reindirizzamento statale degli appalti di progettazione e di realizzazione delle pavimentazioni verso procedure “verdi” che valutino in maniera adeguata le opzioni costruttive più compatibili con l’ambiente.