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La cultura del progetto

Mario de Miranda

Il progetto è la prima fase della costruzione di un’opera d’ingegneria, e che un progetto sia indispensabile sta nelle cose ed è evidente a tutti.

Ciò che è meno evidente è che il progetto è sempre molto complesso e delicato in quanto implica difficili scelte e interazioni tra infinite combinazioni di schemi statici, forme strutturali, materiali, sezioni trasversali, dettagli, dimensioni; poiché richiede e si integra sempre con lo studio dettagliato del metodo costruttivo. Ma è anche poco evidente che il progetto possa avere effetti di entità ben maggiore del valore economico attribuito alla sua redazione, certamente nei ponti. Un progetto poco accurato nelle scelte tecniche porta a costi elevati, sia in termini di investimento iniziale che nei costi di esercizio. D’altra parte, un progetto ben fatto porta ad economie di costruzione e di esercizio, a beneficio di tutti gli operatori, degli Enti Proprietari, e della collettività, utilizzando al meglio le risorse pubbliche.

Le fluttuazioni di costo di ponti normali legate alla sola qualità del progetto, mettendo da parte la qualità esecutiva e non considerando gli eccessi che possono derivare dal considerare un ponte al pari di una scultura, possono facilmente essere dell’ordine del ±20%, con un range quindi del 40%. La razionalità ci indurrebbe quindi a pensare, per delle costruzioni migliori e più economiche, di investire nel progetto e di valorizzarlo.

Viceversa assistiamo al contrario: spesso si acquisiscono i progetti con forti riduzioni dei relativi compensi, pensando di ridurre i costi; in realtà il taglio sul costo dei progetti incide solo nominalmente e in misura minuscola rispetto al totale costo dell’intervento; viceversa, riduce con certezza e drasticamente le risorse tecniche per redigerli minandone potenzialmente la qualità; ed esigono altrettanto spesso per la loro redazione tempi di poche settimane o pochissimi mesi, riducendo al minimo anche le risorse temporali per la progettazione.

Ora, è pur vero che a volte è possibile realizzare buoni progetti in poco tempo e che la qualità progettuale, ossia la migliore integrazione tra statica, bellezza ed economia, non è solo figlia del tempo a disposizione e che deriva in buona misura dalla qualità degli operatori. Ma è altrettanto vero che ridurre le risorse non aiuta la qualità del progetto e della costruzione, ma soprattutto non è razionale. Infatti, se il costo del progetto è dell’ordine del 2-3% del costo di costruzione, e l’effetto leva che può generare è dell’ordine di dieci volte tale costo, risulta evidente che detrarre risorse al progetto impedendogli di manifestare tale effetto leva non favorisce nessuno ed è di danno per tutti.

Queste riflessioni e auspici certamente trarrebbero beneficio, per realizzarsi, anche da qualche adeguamento normativo e procedurale. Penso ad esempio ad un maggiore ricorso agli appalti-concorso, al garantire nei Codici e nei contratti adeguati tempi e risorse ai progetti, a più diffusi Insegnamenti di Progettazione nelle Università, dove spesso prevale l’attenzione alla analisi e alla verifica piuttosto che alla concezione ed al progetto. Ma in gran parte possono essere realizzati dalla iniziativa degli addetti e dei Responsabili: Amministratori, Direttori Tecnici, Universitari.

Elevare la cultura del progetto è un’operazione a basso costo, essendo essenzialmente un’operazione culturale, che potrebbe portare un elevato valore aggiunto al mondo delle costruzione e dei ponti.