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Applicazione delle tecniche di traffic calming per la mobilità in ambiente urbano

Giulio Maternini

Il Traffic Calming (moderazione del traffico) è, come è noto, una tecnica che finalizza la progettazione degli elementi infrastrutturali stradali ad una gestione innovativa della circolazione, consentendo in ambiente urbano la promiscuità dei diversi utenti della strada.

Tale promiscuità è essenziale in tutte le nostre città storiche, ma è necessario renderla sicura (il 76% degli incidenti accade in ambiente urbano) soprattutto per gli utenti deboli (i pedoni) e tra questi, in particolare, quelli con difficoltà motorie (gli anziani, i bambini, gli ipovedenti, ecc.).

L’applicazione delle tecniche di traffic calming consentirebbe di realizzare strade, piazze e in generale spazi pubblici all’aperto di qualità, favorendo la fruibilità e lo svolgersi delle funzioni sociali attribuite a questi luoghi, quindi innalzando il livello di qualità di vita dell’ambiente urbano.

La nascita del traffic calming risale alla fine degli anni Sessanta, ma l’Italia rimane estranea alla riflessione internazionale fino agli anni Novanta; questo ritardo culturale si riflette nell’applicazione delle tecniche di moderazione del traffico, che rimangono a tutt’oggi esperienze non coordinate.

Il concetto di traffic calming potrebbe essere assimilato all’arredo funzionale, che il CNR (B.U. n° 150 del 1992) definisce come “… l’insieme di quegli elementi (impianti, attrezzature, ecc.) che sono indispensabili o che, comunque, forniscono un determinante contributo nella corretta utilizzazione delle strade, in termini di sicurezza e fluidità del traffico veicolare e pedonale”. Tuttavia, nessun’altra Legge fa esplicito riferimento ai loro criteri di progettazione e di applicazione.

La necessaria cultura tecnica per l’applicazione corretta degli elementi di moderazione del traffico per elevare la qualità dell’ambiente urbano è stata ritardata da diversi fattori, tra cui la mancata pubblicazione dei criteri per la classificazione funzionale delle strade, che costituisce elemento essenziale per il riconoscimento degli spazi in cui realizzare tali tecniche, e l’assenza di Norme sulla riqualificazione delle strade esistenti.

In assenza di una Normativa nazionale specifica, il problema del loro dimensionamento viene lasciato alla sensibilità e capacità del Progettista e, ad oggi, le realizzazioni in Italia sono assai diverse tra loro.

Queste esperienze hanno fatto maturare anche alcune buone pratiche; da queste si potrebbero dedurre gli elementi necessari per definire le Linee Guida per una corretta progettazione in quanto, dall’analisi dell’incidentalità sembrerebbe emergere che la loro non ottimale applicazione abbia portato ad una diminuzione degli incidenti ai soli autoveicoli, mentre non ha inciso sulla sicurezza degli utenti deboli della strada.