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Effetto sul comportamento a rottura del conglomerato bituminoso con CRM

Uno studio relativo all'impiego di polverino di gomma per il confezionamento di miscele di conglomerato bituminoso

Effetto sul comportamento a rottura del conglomerato bituminoso con CRM

Durante tale fase il mastice è stato continuamente agitato per evitare segregazione ed è quindi stato versato negli appositi supporti in acciaio precedentemente preriscaldati. I campioni di bitume sono stati preparati riscaldando il legante in forno a 150-160 °C e poi versandolo all’interno del supporto di acciaio. Infine, l’eccesso di mastice/bitume è stato rimosso per ottenere una superficie perfettamente liscia. I risultati mostrano che i picchi identificati nei pattern di diffrazione del filler si riscontrano nei pattern di diffrazione dei relativi mastici, indicando che il bitume non influenza la posizione dei picchi.

La presenza di bitume e di polverino di gomma rivela un aumento della fase amorfa nei pattern dei mastici rispetto ai pattern dei relativi filler. L’intensità della diffrazione può essere attribuita esclusivamente alla struttura cristallina del filler: ciò implica che l’interazione bitume-filler e l’interazione bitume-polverino di gomma non portano a cambiamenti significativi nelle proprietà cristallografiche del filler.

Conclusioni

I risultati presentati mostrano che la modifica con polverino di gomma derivante dalla macinazione di pneumatici fuori uso (PFU) è in grado di incrementare le prestazioni del conglomerato bituminoso in termini di resistenza alla fessurazione termica a basse temperature, accumulo di deformazioni permanenti e resistenza alla rottura, ritardando la formazione del danno irreversibile a valori di deformazione ultima nettamente superiori. Non sono invece state riscontrate migliorie in termini di rigidezza elastica del materiale poiché, come dimostrato dal test a rottura e dalle mappe di deformazione, queste sono riscontrabili solo a lungo termine e non a piccoli valori di deformazione e/o brevi tempi di carico.

Le mappe di deformazione, inoltre, non hanno mostrato differenze sulla modalità di innesco e propagazione del danno, evidenziando che il ruolo più importante è attribuibile alla presenza della modifica SBS. Le analisi tramite XRD hanno infine confermato che l’interazione bitume filler-polverino di gomma non porta a cambiamenti significativi nelle proprietà cristallografiche del filler.