Il fresato, o meglio conglomerato bituminoso di recupero, è una risorsa importante. Si tratta di un’affermazione decisamente condivisa da tutti gli addetti ai lavori e da tutti coloro che hanno a cuore il rispetto dell’ambiente; nonostante la poca chiarezza legislativa sono oramai molti i Produttori di conglomerato bituminoso che lo utilizzano al pari di una materia prima seconda.
Da tempo si attende che il Legislatore trovi il modo di adottare una regolamentazione che ne consenta un agevole utilizzo nel rispetto delle regole e si spera vivamente che, anche grazie all’impegno degli operatori del settore – con in prima linea il SITEB – si giunga presto a un’opportuna struttura legislativa che favorisca l’impiego di questa importante risorsa.
Come utilizzare il conglomerato di recupero in impianto
Dal punto di vista operativo, è necessario comprendere che per utilizzare al meglio il conglomerato bituminoso di recupero in impianto è opportuno un cambio di approccio. Al pari di una qualunque altra materia prima, esso va gestito correttamente: deve essere selezionato e immagazzinato in base all’origine; ad esempio, se proveniente dalla demolizione di pavimentazione per la cui costruzione è stato utilizzato bitume modificato, deve essere immagazzinato a parte in modo tale che sia possibile riutilizzarlo sfruttando pienamente le caratteristiche del bitume modificato.
Più in generale, il conglomerato bituminoso di recupero deve essere frantumato e opportunamente selezionato in classi granulometriche per agevolare la progettazione delle ricette che lo conterranno. Il Gruppo Ammann (si veda https://www.ammann-group.com/it/) considera il conglomerato bituminoso di recupero come risorsa da oramai molto tempo, e quindi è da molto che ha iniziato a investire sullo sviluppo di tecnologie che consentano di utilizzarlo nel modo migliore.