Descrizione dell’area di intervento
Il Comune di Maschito (PZ), situato nella zona Nord-Est del comprensorio del Vulture, è zona di indubbio richiamo turistico e ambientale per la tipicità e unicità del suo paesaggio, con una consistente presenza di attività produttive nel settore dell’agroindustria. L’area è servita da varie strade, tra le quali S.P. 10 Venosina e la S.P. 8 Ripacandida-Forenza, il cui andamento plano-altimetrico risulta però particolarmente tortuoso e lo stato di conservazione estremamente precario. Dette strade intersecano il nuovo tratto della strada Mulino Don Donato, collegamento a scorrimento veloce tra Maschito e Venosa che risulta incompleto e di fatto inutilizzabile in quanto è mancante il tratto di attraversamento del Rio Cesine, oggetto del presente articolo. Lungo i versanti del vallone non sono stati rilevati fenomeni di dissesto in atto o potenziali, mentre la natura litologica prevalentemente argillosa-marnosa facilita movimenti lungo le incisioni naturali a causa degli stress negli ammassi rocciosi e dell’alterazione della circolazione idrica superficiale e profonda. In particolare, i terreni affioranti presentano fenomeni di erosione lungo le incisioni torrentizie accompagnate da trasporto solido.
La descrizione dell’intervento
L’intervento, realizzato tra il 2008 e il 2011, ha visto il completamento del tracciato della Mulino Don Donato con l’attraversamento del Rio Cesine e la messa in sicurezza dell’intera arteria, tenendo nella massima considerazione l’inserimento ambientale e quelli che sono gli interessi generali delle comunità. La scelta progettuale, caratterizzata dalla realizzazione di un rilevato strutturale e da opere d’arte minori, è stata dettata da una duplice esigenza:
- da un lato, minimizzare l’impatto ambientale, atteso che l’opera d’arte maggiore è a valle del centro abitato di Maschito;
- dall’altro, contenere i costi di realizzazione del manufatto, per rientrare nell’importo del finanziamento assentito.
La totale rinaturazione dei rilevati e dei fronti di scavo ha consentito di minimizzare e/o annullare l’impatto visivo dell’opera sino a renderla scarsamente percepibile alla vista dai vari punti di osservazione dell’abitato di Maschito. Per quanto attiene il contenimento dei costi di costruzione dell’opera d’arte maggiore, è stata effettuata un’accurata valutazione economica, dalla quale è risultato che il rilevato è venuto a costare circa un terzo del viadotto in c.a.p. previsto nel progetto preliminare. Nel contempo, l’opera ha consentito di conseguire un elevato grado di sicurezza, trattandosi di sovrastruttura elastica e modellata sul terreno. Essendo l’area interessata da fenomeni erosivi, l’intervento ha previsto la realizzazione di opere flessibili di drenaggio a monte del rilevato e canalizzazione delle acque in modo tale da evitare condizioni di deflusso peggiori dell’attuale situazione, riducendo nel complesso il rischio idraulico.
La soluzione Maccaferri per l’intervento
Per attenersi ai criteri progettuali, la scelta dei Progettisti è ricaduta sull’impiego di tecnologie in terra rinforzata studiate e prodotte da Officine Maccaferri SpA. L’opera realizzata ha una lunghezza di 170,00 m con una sezione massima di rilevato alta 15,49 m, il tutto realizzato su una condotta in acciaio tipo Armco dal diametro di 5,00 m per consentire l’attraversamento del Rio Cesine. Il tubo è posto su un substrato costituito da gabbioni in rete metallica a doppia torsione con maglia esagonale tipo 8×10 tessuta con filo d’acciaio dal diametro di 2,70 mm protetto con Galmac (lega eutettica Zn – Al 5%). I gabbioni in rete metallica sono stati riempiti in cantiere con pietrame di elevato peso specifico non alterabile dagli agenti atmosferici, per creare una struttura flessibile, permeabile e monolitica.
La tecnologia utilizzata per la realizzazione dei primi strati del rilevato è il Terramesh® System, fabbricato in rete metallica a doppia torsione con maglia esagonale, tipo 8×10, tessuta con filo d’acciaio, protetto con Galmac e un ulteriore rivestimento polimerico ad elevate prestazioni. Si tratta di un sistema modulare per le realizzazioni in terra rinforzata; la parte a vista dell’elemento è formata dalla connessione del telo di rinforzo con un pannello di rete e da due diaframmi posti ad interasse di 1 m creando delle celle utilizzate per il confinamento delle pietre. Tra i vari strati di Terramesh® System, al fine di assicurare una maggiore stabilità sono state interposte geogriglie Paralink®, strutture piane realizzate da un sistema monoassiale di nastri. I nastri risultano costituiti da un nucleo di filamenti in poliestere ad alta tenacità, perfettamente allineati e inguainati in un rivestimento protettivo in polietilene. L’allineamento dei nastri viene realizzato mediante delle strisce ortogonali in poliestere rivestito in polietilene, aventi esclusivamente una funzione di assemblaggio e caratterizzati da una minima resistenza meccanica nella direzione trasversale.
L’impiego del Terramesh® System negli strati di base del rilevato costituisce una misura preventiva nei confronti di possibili fenomeni erosivi; la presenza di elementi di facciata in pietrame, in luogo di un rinverdimento corticale in terreno naturale, scongiura l’asportazione di materiale legata all’azione erosiva del Rio Cesine. Al di sopra del livello di massima piena e garantito un adeguato franco di sicurezza, gli strati del rilevato sono stati realizzati con tecnologia Terramesh® Verde, ovvero un sistema per terra rinforzata a paramento rinverdibile, realizzato mediante elementi in rete metallica a doppia torsione con maglia esagonale, tipo 8×10, tessuta con filo d’acciaio, del diametro 2,70 mm rivestito in lega zinco-alluminio (5%) e da uno strato di 0,5 mm di PVC al fine di garantire una vita utile di 120 anni.