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Fumi di asfalti: valutazione all’esposizione

La stima del rischio per la salute dei lavoratori all’aumento delle temperature di produzione e posa in opera: l’utile e fondamentale monitoraggio, effettuato nel 2014, dalle Società Ecopneus Scpa e Waste and Chemicals Srl

I risultati

La concentrazione ambientale di IPA in prossimità dei cantieri stradali

La concentrazione ambientale di IPA è risultata in tutti i casi inferiore al limite normativo italiano di 1 ng/m3 di benzo[a]pirene (B (a) P). Le concentrazioni ambientali misurate non risultano significativamente differenti dalle concentrazioni di fondo di IPA osservate periodicamente in aree urbane italiane (Legambiente, Ministero dell’Ambiente, Ferrovie dello Stato, ARPA – Campagna “Treno Verde”: 1990 -2001). La concentrazione ambientale di IPA è risultata, in media, inferiore durante la posa di asfalto gommato rispetto alla posa di asfalti standard. Anche se questa differenza è relativamente modesta, è statisticamente significativa (Wilcoxon test P < 0,01).

La concentrazione di IPA nella zona inalatoria dei lavoratori

A causa di un malfunzionamento del campionatore personale, l’esposizione del rullista nel sito di Finale Emilia non è stata misurata. Sulla base di questi dati, si può affermare che:

  • tutti i livelli di esposizione per inalazione misurati nelle cinque campagne di monitoraggio sono di gran lunga inferiori ai limiti di riferimento disponibili e più restrittivi per l’esposizione professionale agli IPA: rispetto per esempio al limite regolamentare tedesco, (concentrazione guida TRK per B(a)P = 2 μg/m3), i valori massimi misurati per entrambi i tipi di asfalto erano dieci volte inferiori;
  • sebbene l’esposizione inalatoria per gli addetti alla vibrofinitrice al B(a)P sia simile per tutti i cinque siti di monitoraggio (compresa nell’intervallo 34-47 ng/m3), l’esposizione media agli 11 IPA risulta significativamente più alta per l’asfalto standard, in confronto all’asfalto gommato;
  • per il sito di Zola Predosa, gli addetti a terra e i rullisti  sono esposti a concentrazioni significativamente più alte di IPA durante la posa di asfalto normale, in confronto all’asfalto gommato. La differenza è significativa anche quando si considera la concentrazione di esposizione media dei due tipi di asfalto (Wilcoxon p < 0,005);
  • a prescindere dal tipo di asfalto messo in opera, nella maggior parte dei cantieri i rullisti e gli addetti a terra risultato esposti a maggiori concentrazioni di IPA rispetto agli addetti alle vibrofinitrici.

La quantità di IPA intercettati dai patch per il rilevamento dell’esposizione dermica

Sulla base dei risultati analitici, si può affermare quanto segue:

  • il lavoratore esposto alla concentrazione più elevata è risultato essere l’addetto a terra 1 del cantiere Giardini di Corcolle (asfalto standard). Per questo operatore è stato misurato un quantitativo medio superficiale pari a 3,8 ng/cm2 per gli 11 IPA, in confronto con un valore medio compreso fra 0,08 e 038 ng/cm2 per tutti gli altri siti;
  • per il sito di Zola Predosa, gli addetti a terra sono risultati esposti a valori significativamente più alti di IPA durante la posa in opera di asfalto normale rispetto all’asfalto gommato (Wilcoxon p < 0,005).

Il rischio cancerogeno incrementale

La valutazione del rischio cancerogeno incrementale è stata effettuata in conformità con le Linee Guida REACh (Guidance on Information Requirement and Chemical Safety Assessment) e utilizzando i dati relativi ai parametri di esposizione di ECETOC e US-EPA, opportunamente integrati dalle informazioni raccolte durante le interviste con gli operatori prima dei campionamenti.

Conclusioni

Sulla base dei risultati delle attività di monitoraggio, l’uso di asfalto gommato comporta una significativa, anche se lieve, riduzione del rischio cancerogeno incrementale dei lavoratori rispetto agli asfalti standard. Allo stato attuale, dato il numero limitato di cantieri monitorati e il limitato numero di miscele bituminose testate, non è tuttavia possibile dimostrare che il beneficio osservato debba essere associato a un’effettiva riduzione del rilascio di IPA da asfalti gommati piuttosto che alle condizioni specifiche del sito.

Per comprendere questo aspetto è ancora in corso un’attività di monitoraggio su un numero consistente di siti. Il monitoraggio ha anche mostrato che, indipendentemente dalla miscela posata, il rischio per i lavoratori nei cantieri osservati è contenuto ma non trascurabile. Il più alto rischio incrementale calcolato osservato (addetto a terra, asfalto standard) è risultato nell’ordine di 3,4×10-5, ovvero leggermente superiore al rischio incrementale generalmente accettato per l’esposizione professionale pari a 1×10-5; tutti i lavoratori che hanno utilizzato asfalto gommato durante il monitoraggio sono risultati esposti a un rischio inferiore a 1×10-5. L’uso di semplice DPI (dispositivi di protezione individuale) come maschere facciali monouso dotati di cartucce a carbone attivo e di tute usa e getta per prevenire l’esposizione cutanea potrebbe facilmente ridurre il rischio di un ordine di grandezza ed è quindi consigliato per questo tipo di attività.