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La sgommatura delle piste aeroportuali

Sicurezza delle infrastrutture di volo: l’importanza della rimozione della gomma dalle pavimentazioni delle piste aeroportuali. Metodi ed attrezzature

La sgommatura delle piste aeroportuali

Le tipologie di idrosgommatrici

Esistono due tipologie di idrosgommatrici: quelle a testa fissa e quelle a testa mobile.

Nel primo caso, la testa rotante posizionata sul fronte della macchina rimane in posizione fissa rispetto alla macchina stessa. Esistono teste di diverse dimensioni, che possono essere sostituite qualora si vogliano trattare zone di larghezza diversa e in genere devono essere utilizzati dischi diversi per la sgommatura e per la cancellazione.

Nel secondo caso la testa è invece inserita in un telaio che permette, oltre alla rotazione attorno al proprio asse, il movimento sia trasversale che longitudinale rispetto alla direzione di avanzamento della macchina. Il movimento longitudinale serve a compensare l’avanzamento della macchina e a produrre strisciate trasversali che siano perfettamente ortogonali alla direzione di avanzamento della macchina stessa. Grazie al fatto che il movimento trasversale può essere regolato, la macchina a testa mobile può trattare strisce che partono dalla larghezza della testa (testa ferma, con funzionamento equivalente a quello della macchina a testa fissa) e arrivano fino a 2,5 m di larghezza richiedendo quindi meno sovrapposizioni rispetto alla macchina a testa fissa, riducendo il numero di riposizionamenti e quindi consentendo una maggiore produttività. Le aree di sovrapposizione sono infatti uno dei principali problemi nell’utilizzo delle macchine per la rimozione gomma (siano esse pallinatrici che idrosgommatrici) in quanto possono determinarsi aree non trattate o eccessiva sovrapposizione per cui si hanno aree trattate due volte. La perfetta sovrapposizione è determinata in ogni caso dall’esperienza e dall’attenzione dell’operatore.

Nella macchine a testa mobile la larghezza di lavoro può essere variata con continuità dal pannello di controllo posto nella cabina di guida e non richiede sostituzioni meccaniche del disco. Pertanto, la stessa testa effettua sia la cancellazione che la sgommatura. In generale, l’attività di sgommatura comporta un deterioramento della superficie, sia essa in conglomerato bituminoso che in calcestruzzo. Senza voler fornire un giudizio definitivo – che dipende da molti fattori, dalle impostazioni della macchina e dal tipo e dall’età della pavimentazione -, possiamo però affermare che l’esperienza effettuata presso lo scalo intercontinentale di Malpensa negli ultimi anni, in cui sono state testate numerose macchine di differenti tipologie, permette di asserire come l’idrosgommatura abbia una minore aggressività nei confronti della superficie. La differenza fra le due tecnologie è avvertibile al tatto, in quanto con la pallinatura si percepisce un leggero dislivello fra la parte trattata e la pavimentazione preesistente, cosa che non avviene con l’idrosgommatura dove la zona trattata è inizialmente identificabile solo perché la superficie risulta più pulita rispetto a quella adiacente, ma in poche settimane tale differenza non è più visibile.

Altro vantaggio dell’idrosgommatura rispetto alla pallinatura è la maggior semplicità dell’operazione, che non presenta la necessità di verificare la rimozione delle microsfere e che consente, se necessario, di interrompere l’attività e restituire immediatamente l’infrastruttura all’utilizzo operativo.

Grazie alla possibilità di regolare la pressione si può adattare il funzionamento della macchina a tipi diversi di pavimentazione (ad esempio, sul calcestruzzo si può utilizzare una pressione più elevata rispetto al conglomerato bituminoso) per ottenere risultati ottimali. Parimenti può essere variata la velocità di avanzamento per cui piste più gommate verranno percorse a velocità più bassa e viceversa. La regolazione della velocità e della pressione permette anche di tener conto delle condizioni della pavimentazione e della sua età (nelle pavimentazioni in conglomerato il legante tende ad indurirsi con il tempo e quindi ad essere meno efficace per cui si corre il rischio, se non si utilizza la combinazione corretta di pressione e velocità, di disgregare parte degli inerti).

In condizioni normali la pressione è di circa 1.900 bar, la velocità di avanzamento è di circa 6 m/min. e la produttività di circa 750 m2/ora. La possibilità di regolazione della pressione rende adatta la macchina anche a differenti attività, in particolare per ravvivare la segnaletica (il che è particolarmente utile sulle piste dove, nella zona di toccata, la centerline tende ad essere coperta dalla gomma già alcuni giorni dopo la sgommatura o in particolari zone dei piazzali dove aeromobili pesanti debbano effettuare curve strette andando a ricoprire la segnaletica di piazzale) o per effettuarne la cancellazione. L’attività di idrocancellazione è infatti particolarmente importante negli aeroporti in quanto consente di migliorare sensibilmente la qualità della segnaletica orizzontale ed innalzare ulteriormente il livello di sicurezza.

Tradizionalmente infatti gli aeroporti effettuano la cancellazione della segnaletica a seguito di modifiche mediante ricopertura dell’esistente con vernice nera: tale prassi garantisce un buon risultato in condizioni normali mentre basta un po’ di pioggia affinché il nero determini una riflessione che assume colore chiaro, determinando la sensazione che la segnaletica cancellata sia ancora presente e richiedendo quindi una maggiore attenzione da parte dei piloti. Per questo motivo la definitiva cancellazione determina un aumento della sicurezza e semplifica le operazioni di movimento sui piazzali anche durante precipitazioni piovose. L’utilizzo di idrosgommatrici a testa mobile presenta notevoli vantaggi nell’attività di cancellazione in quanto il fatto che si possa regolare la larghezza di lavoro consente di cancellare precisamente la segnaletica evitando di trattare inutilmente le zone ad essa adiacenti. Unica limitazione all’uso della idrosgommatrice, che non interessa invece la pallinatrice, è l’impossibilità di operare quando le temperature scendano sotto lo zero, poiché nel qual caso l’acqua ghiacciando determinerebbe ovvi problemi sia impedendo il corretto funzionamento della macchina che per la successiva fruibilità dell’infrastruttura.

Per quanto concerne l’aspetto ambientale, entrambe le macchine recuperano completamente i residui dell’attività permettendone il successivo smaltimento. Poiché il materiale da smaltire contiene, oltre alla gomma, anche residui di idrocarburi, particelle di metallo dei dischi dei freni ed altri componenti inquinanti, ne va effettuata l’analisi di caratterizzazione per determinare il CER corretto e per conferirlo successivamente a un apposito centro di trattamento. Si consideri infine che, di norma, ogni volta si sgommano tra 8.000 e 10.000 m2 per pista e che sono necessarie almeno due notti di lavoro per cui tale attività, che ha sicuramente una importantissima funzione relativamente alla sicurezza delle operazioni di volo ed anche un rilevante impatto economico per le Società di gestione aeroportuale, ha un notevole rilievo dal punto di vista operativo in quanto per ottenere una buona produzione è necessario procedere alla chiusura della pista per circa cinque/sei ore.