L’aeroporto di Trento-Mattarello “Gianni Caproni”, aperto nel 1969, accoglie il traffico turistico nazionale e di altri Paesi dell’Unione Europea, alcuni servizi privati di trasporto passeggeri nonché la sede del Nucleo Elicotteri della Provincia di Trento. Lo scorso Luglio lo scalo è stato chiuso per nove giorni, così da consentire il rifacimento dello strato di usura della pista di volo.
Standard qualitativi elevati per un piccolo aeroporto
I lavori sono stati affidati dalla Società di gestione Aeroporto G. Caproni SpA al Gruppo Adige Bitumi SpA (si veda http://www.gruppoadigebitumi.com/) e sono stati eseguiti tra il 17 e il 26 Luglio. Sebbene quello di Trento sia uno scalo minore e non aperto al traffico commerciale, l’intervento ha comunque richiesto che si affrontassero tutte le problematiche di carattere tecnico, logistico e operativo, tipiche dei lavori che si svolgono in ambito aeroportuale.
Il Capitolato prevedeva infatti la stesa di uno strato di 4 cm di conglomerato bituminoso “antiskid” sulla pista di volo (lunga 1.260 m e larga 32) e sui raccordi, per una superficie totale di circa 50.000 m2. Le specifiche avevano indicato un mix design del conglomerato bituminoso caratterizzato dall’80% di inerte basaltico che doveva, al tempo stesso, garantire una migliore resistenza a compressione rispetto ad altre tipologie di materiale (così da mantenere caratteristiche di grip adeguate) ed evitare che, nel corso degli anni, si potessero innestare fenomeni di schiarimento della pista. Questi avrebbero infatti diminuito la visibilità della segnaletica orizzontale, ma anche assorbito meno i raggi solari nei mesi invernali, favorendo così la formazione di ghiaccio.